Lo sfogo di Lippi - qualche considerazione

Pubblicato da Andrea | 01:19 | | 0 commenti »

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La partita con il Cipro che ha chiuso la fase di qualificazione per Sudafrica 2010, sarà ricordata per due cose:

1) Il rimonto dell'Italia che, sotto di due gol, in un quarto d'ora ha raddrizzato il risultato grazie ad una tripletta di Gilardino

2) Le dichiarzioni velenose di Lippi contro il pubblico parmense, reo, a suo dire, di aver ingiustamente fischiato la squadra, ed inneggiato ad altri giocatori (Cassano ndr), urlando inoltre "Andate a lavorare"

Proprio su quest'ultimo punto voglio soffermarmi, visto che della partita ne abbiamo già parlato l 'altro giorno.

Premetto che Lippi non mi sta particolarmente simpatico. Pur riconoscendogli grandi doti da allenatore, e soprattutto di motivatore di un gruppo, spesso mi rimane indigesto per un certo suo modo saccente di porsi.
Ma per la questione dello sfogo, che ha fatto rumoreggiare molti addetti ai lavori, nonchè i vertici del calcio, bisogna che due paroline le dica anch'io, dopo che si è detto tutto e forse un po' troppo ripetitivo.

Premesso che Lippi ha il diritto dovere di difendere i suoi giocatori, anche dai propri tifosi, e che in fin dei conti le sue considerazioni sono giuste, quello che mi sembra ancor più importante è questo: ma perchè se il pubblico può fischiare ed offendere una squadra ed i suoi giocatori, non può farlo un tecnico, che in fin dei conti tale squadra deve tutelare e compattare?? Solo perchè pagano il biglieto? E che importanza ha questo?
Sarebbe come se uno che ha un maggiordomo, abbia il diritto di prenderlo a schiaffi solo perchè lo paga. E soprattutto, pretendere che questo subisca senza una parvenza di rimostranza.

Insomma, la mia paura è che così facendo legittimiamo e sacralizziamo un po' troppo il pubblico, solo per il fatto che abbia pagato la sua tassa, con la quale poter fare e dire ciò che vuole, senza che nessuna si azzardi a controbattere.

Se poi vogliamo discutere sulla risposta di Lippi in se stessa, ("che ci vadano loro a lavorare"), questo è un altro discorso, e possiamo anche essere d'accordo.
Ma sicuramente, anche senza tale frase, tutti, a cominciare dai mass media, avrebbero ugualmente criticato Lippi, dato che il pubblibo, il sacro pubblico, è oramai entrato a pieno titolo nell'olimpo degli intoccabili!

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